Credo sia difficile non rimanere colpiti dai testi... ma quando ci si mettono le immagini, beh la partita è quasi chiusa.
Anche per chi, come me, predilige la "forma scritta" a quella impressa su foto credo sia difficile non inchinarsi di fronte ad alcuni maghi della fotografia.
Mi riferisco in particolare ai fotomontaggi dell’artista turco Uğur Gallenkuş, un graphic designer di Istanbul che nello stesso "scatto" riesce a trasmettere l’opulenza dell’Occidente e la guerra nell’Oriente.
La forza comunicativa delle sue immagini fa male… non tanto per i singoli frame rappresentati, quanto per la loro capacità di far riflettere chi vive "dalla parte giusta" del mondo.
Certo, quel che siamo lo decidiamo noi, ma di fronte a certe foto non posso non domandarmi: come e dove sarei se fossi nata da "quella" parte del mondo? Che cosa farebbero le mie figlie... e soprattutto ci sarebbero? E' questione di pochi secondi, probabilmente il tempo dello scorrere delle immagini... poi mi guardo intorno e ringrazio: ho avuto la fortuna di essere nata nel posto giusto.
Fortuna, sì... penso che la fortuna giochi un ruolo fondamentale...
Vi capita mai di "lasciarvi andare" a commenti, lamentele e sfoghi su questioni diverse? A me sì... e osservando queste foto mi sento ancora più in colpa.
Grazie agli sforzi della mia famiglia ho potuto scegliere la mia strada: studiare, viaggiare e poi tornare, sempre sapendo di poter contare su di loro nelle piccole difficoltà quotidiane.
Ed è proprio sui viaggi che mi voglio soffermare, in particolare su uno... proprio in Siria, poco prima dello scoppio della guerra. Un viaggio con cui si concludeva un percorso formativo promosso dalla Provincia di Trento per la sensibilizzazione e la formazione di "mediatori culturali”.
Lezioni frontali, dialoghi con esperti del settore ed una decina di giorni passati visitando Damasco, Aleppo, Mar Musa… e molti altri angoli di questo Paese. Angoli che probabilmente, aggiungo a malincuore, non ci sono nemmeno più. Occasioni che ci hanno permesso di incontrare Padre Paolo dall’Oglio…
La cosa che più mi rattrista è che quello era "il luogo" scelto dai proponenti del progetto come “culla delle civiltà”: città dove le diverse religioni potevano non solo coesistere, ma anche dialogare e supportarsi le une con le altre. Incontri a più voci con mussulmani, ebrei, cattolici… ricordo con piacere che tutti ci hanno accolti nelle loro case per farci “conoscere” questo stato multiculturale…
Ecco perché vedere queste foto mi fa ancora più male…
Sono stata fortunata, anche perchè ho avuto la possibilità di vedere qualcosa che oggi non c'è più...
e penso che queste considerazioni rispondano anche alle domande di chi spesso mi chiede come faccio ad essere sempre positiva...
siamo qui, stiamo bene... è sufficiente ricordarselo e ringraziare: la giornata avrà un altro sapore.