Scrivere? Sì, ma per chi?
É possibile trasformare un pensiero in parole?
Me lo chiedo spesso, soprattutto quando fatico a dare alle frasi la forma che vorrei... che si tratti di un articolo, di un comunicato stampa o di un post infatti la mia "quotidianità" prevede una serie indefinita di scrivi, taglia, sposta, incolla e cancella... La "saga" si conclude solo quando la rilettura combacia con quella "pseudo-foto" che ho in mente. Alle volte è questione di un attimo e le parole si materializzano sullo schermo del pc come se fossi un automa, altre volte invece ci vuole un po' di più, ma il risultato prima o poi lo raggiungo.
La domanda che mi faccio, e ti faccio, è però un'altra: una volta fatto questo... c'è qualcuno che lo legge o in realtà rimangono informazioni dedicate agli "addetti ai lavori"?
Me lo chiedo perchè, a volte, mentre faccio quattro chiacchiere con amici o parenti mi capita di soffermarmi su notizie di attualità - magari locali ed in alcuni casi seguiti dalla sottoscritta - e vederli trattati come "novità assolute" sebbene siano uscite sui quotidiani e sui periodici - sia online che cartacei...
Quindi... per chi facciamo INFORMAZIONE?
Che i giornali da qualche tempo non abbiano un grande appeal sull'opinione pubblica è un dato di fatto. Il trend che accompagna le vendite per gli editori italiani, e non solo, è in costante diminuzione. Per quanto riguarda quello italiano, nel secondo osservatorio delle comunicazioni del 2019 stilato da dall'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) è veramente inglorioso: si parla di un -31% (per quotidiani e periodici) in 4 anni. Per dare una panoramica in termini numerici nel mese di marzo 2019 la diminuzione delle copie (cartacee e digitali) vendute dei quotidiani è di -178 mila unità su base annua.
Diminuiscono così gli introiti e a "sanare" il gap delle copie cartacee invendute ci sono solo i risultati positivi delle edizioni on-line. Ed è proprio la componente Internet che, nel settore dei media, continua a crescere in modo inarrestabile.
Qui però entra in campo un altro tema... non tutto ciò che si trova in internet è informazione, tanto che AgCom ha stilato un osservatorio che si focalizza su internet, informazione e fake news ovvero sulla DISINFORMAZIONE. Un fenomeno altalenante, che cresce ad esempio nei periodi pre-elettorali, e che vede creare contenuti ad hoc per dare man forte ad una o all'altra tesi.
Il grande "dilemma" è però che spesso, aggiungerei troppo spesso, la portata delle fake news è molto più ampia di quella delle notizie vere. Il motivo? Semplice: essendo creati ad hoc per essere condivisi sono in grado di colpire il lettore sul vivo generando condivisioni, like e migliaia di visualizzazioni...
Se sei arrivato alla fine del post... paghi pegno... e ti faccio una domanda...
Hai mai pensato a cosa potremmo fare, nel nostro piccolo, per "limitare" questa propagazione?